Al “Desayuno europeo con la innovación” si parlerà di Brexit

Al “Desayuno europeo con la innovación” si parlerà di Brexit

Martedì 9 ottobre, presso la sede della Rappresentanza della Commissione Europea a Madrid (Paseo de la Castellana, 46), si terrà il “Desayuno europeo con la innovación, el crecimiento y la tecnología”, organizzato dalle Camere di Commercio Europee in Spagna, di cui la CCIS è membro fondatore, in collaborazione con la Commissione Europea, il Comune di Madrid, Madrid Network ed Enterprise Network. Si tratta di un appuntamento trimestrale, durante il quale si dibatte sui temi di attualità economica, imprenditoriale e tecnologica, grazie alla presenza di esperti di ogni tematica affrontata.

 

Nel Desayuno di ottobre, intitolato “Y después del Brexit ¿Qué? – Efectos de adaptación del modelo de negocio para las empresas en España”, saranno messo sul tavolo il tema del Brexit, parando dei possibili scenari che ci aspettano.

 

Il programma del Desayuno è il seguente:

9:00hRicezione dei presenti

9:30hApertura
Commissione Europea: Juergen Foecking, direttore aggiunto della Rappresentazione
Cámaras de Comercio Europeas en España: Carmen Sanz, presidente della Camera Ispano-Norvegese
Madrid Investment Attraction: Daniel Vinuesa, vicedirettore di Atracción de Inversión Extranjera del Comune di Madrid
Madrid Network: Gema Sanz, responsabile di Sviluppo di Affari

I – Intervento
9:40h – Impatto del Brexit per le imprese in Spagna. Come prepararsi – Antonio Hernández García. Socio responsabile de Strategia Energetica e Internazionale e Brexir in Spagna, KPMG

II – Tavola rotonda

10:00h – La Brexit: dalla teoria alla pratica

– William Murray – aggregato commerciale e di Politica Pubblica dell’Ambasciata del Regno Unito
– Jochen Müller – consigliere commerciale e político della Rappresentanza in Spagna della Commissione Europea
– Rocío Frutos – vicedirettrice generale di Politica Commerciale dell’Unione Europea (Ministero dell’Economia)
– Rappresentante di KPMG – Esperto in temi legali e fiscali

Moderatore: Antonio Hernández García – socio responsabile di Strategia Energetica e Internazionale e Brexit in Spagna, KPMG

10:55h – Giro di domande

11:00h – Caffé networking.

 

L’evento è exclusivamente rivolto ai soci di una delle Camere Europee in Spagna. Per confermare la presenza, i soci della CCIS dovranno inviare un’email a begona.pardo@italcamara-es.com, indicando il numero del proprio documento di identità, NIE o passaporto.

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Dopo più di 30 anni nell’UE, la Spagna diventerà contribuente netto

Dopo più di 30 anni nell’UE, la Spagna diventerà contribuente netto

Nel prossimo futuro, la Spagna abbandonerà la posizione di beneficiaria netta dei fondi europei per diventare contribuente netto: questo significa che il Paese iberico apporterà all’UE più di quanto riceve.

 

Pare lontano l’anno 1986, quando la Spagna iniziava a ricevere fondi europei, che sono cresciuti costantemente fino al 2002, per poi decrescere a fino ai nostri giorni. A partire dai prossimi mesi (probabilmente da febbraio), quando si chiuderanno le negoziazioni nell’ambito dell’Unione Europea, il Paese si convertirà in un contribuente netto, invertendo la tendenza che si è affermata negli ultimi 31 anni.

 

Questa inversione di marcia è dovuta principalmente al Brexit ed al conseguente mancato apporto del Regno Unito all’Unione Europea. Per questa ragione, le maggiori economie dovranno contribuire in maniera più decisa al bilancio UE.

 

Meriotano una considerazione i fondi strutturali da parte delle regioni. Le meno sviluppate (quelle caratterizzate da un reddito medio procapite inferiore al 75% della media dei 27 Paesi UE) riceveranno nel periodo 2014-2021 una cifra pari a 164.280 milioni di Euro. Per quanto riguarda la Spagna, riceveranno una parte di questi fondi l’Andalusia, Castiglia-La Mancha, Estremadura e Galizia. Un altro blocco di regioni, considerate “in transizione”, il cui PIL procapite oscilla tra il 75 ed il 90% della media UE, riceveranno 31.677 milioni. Tra queste regioni si annoverano le Canarie, la Comunità Valenziana e Castiglia e León.

 

Per quantificare il valore esatto di fondi che riceverà la Spagna (che dal 1986 ha incassato 80.000 milioni di Euro) si dovrà attendere la conlusione delle contrattazioni dei Paesi UE.

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