L’evoluzione positiva nei due paesi contrasta con la contrazione delle vendite all’estero che stanno sperimentando le principali economie mondiali
Secondo i dati relativi ai primi 11 mesi del 2016, la Spagna e l’Italia hanno registrato un incremento delle loro esportazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel caso della Spagna, è stata registrata una crescita dell’1,6%, per un totale di 233.798 milioni di euro, massimo storico della serie per questo periodo. L’import si è invece ridotto dello 0,9%, per un totale di 250.106 milioni di euro. In questo modo, il deficit commerciale ha raggiunto i 16.307 milioni di euro, il 27,1 in meno rispetto a quello registrato nel periodo gennaio –novembre 2015 ed il secondo miglior saldo accumulato dei primi 11 mesi dal 1997, superato solo dal dato del 2013.
I principali settori economici hanno registrato incrementi nell’export. I beni strumentali (che rappresentano il 20,2% del totale) sono aumentati del 2,9%; il settore dell’automotive (18% del totale), é aumentato del 7,1% e l’alimentazione, bevande e tabacco (16,7% del totale) ha registrato un incremento pari al 6,1%.
Per ciò che riguarda l’Italia, nei primi 11 mesi del 2016 l’incremento dell’export è stato dello 0,7%, raggiungendo i 380.722 milioni di euro. Le importazioni si sono ridotte del 2,0% per un totale di 334.991 milioni di euro. Il surplus commerciale è stato di 45,8 miliardi di euro, con un aumento di 9,6 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I settori economici che hanno registrato la maggior crescita tendenziale sono stati i prodotti alimentari (7,3% del totale), con un aumento del 4,1 %, i prodotti chimici e farmaceutici (4,8% del totale), che si sono incrementati del 7,3% e i materiali da trasporto (10,1% del totale), che hanno registrato un aumento del 5,9%.
L’evoluzione positiva nei due paesi contrasta con la contrazione che stanno sperimentando le principali economie mondiali in termini di export, con l’unica eccezione della Germania (+0,8%). La Francia e il Regno Unito hanno registrato una riduzione in termini tendenziali rispettivamente dell’1,8% e del 1,5%, mentre i mercati extraeuropei hanno subito una contrazione più accentuata: l’export degli Stati Uniti ha registrato infatti una riduzione del 4 %,, quello della China del 6,4% e il Giappone ha segnato un -8,5%.