L’export spagnolo cresce con forza

L’export spagnolo cresce con forza

Le esportazioni di merci spagnole sono aumentate del 23,2% nei primi quattro mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e hanno raggiunto i 120.925 milioni di euro, segnando un nuovo massimo storico per il periodo. Anche le importazioni hanno raggiunto il massimo storico e sono aumentate del 39,0% a 142.736 milioni di euro, come mostrano gli ultimi dati commerciali dichiarati da Aduana.

La crescita interannuale delle esportazioni spagnole tra gennaio e aprile di quest’anno (23,2%) è stata superiore a quella registrata nell’UE-27 (19,1%), nella zona euro (19,6%), in Italia (20,7%), in Francia (18,6%), Germania (10,7%) e Regno Unito (10,2%). Al di fuori dell’Europa, sono cresciute anche le vendite negli Stati Uniti (18,8%), in Cina (10,3%) e in Giappone (14,0%).

I principali contributi positivi al tasso di variazione annuale delle esportazioni da gennaio ad aprile 2022 sono venuti dai settori dei prodotti chimici, dei prodotti energetici, dei semilavorati non chimici e degli alimenti, bevande e tabacco. Nessun settore ha avuto un impatto negativo significativo.

Le esportazioni verso l’Unione Europea (63,2% del totale) sono aumentate del 26,5% nei primi quattro mesi dell’anno. Le vendite all’area euro (55,6% del totale) sono aumentate del 26,4% e quelle al resto dell’Unione Europea (7,6% del totale) sono aumentate del 27,0%.

Anche le vendite verso paesi terzi (36,8% del totale) sono cresciute del 18% nei primi quattro mesi del 2022, con incrementi delle esportazioni in America Latina (27,6%), Nord America (23,5%), Medio Oriente (19,7%) e Africa (18,7%).

Le comunità autonome (regioni) con la maggiore crescita delle loro esportazioni sono state le Isole Canarie (93,9%), la Comunità di Madrid (56,7%) e l’Andalusia (28%).

Fonte: www.monedaunica.net

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L’export spagnolo raggiunge i 238.414 milioni di euro nei primi 11 mesi del 2020

L’export spagnolo raggiunge i 238.414 milioni di euro nei primi 11 mesi del 2020

Secondo gli ultimi dati pubblicati da Aduanas, le esportazioni di merci spagnole hanno raggiunto i 238.414 milioni di euro tra gennaio e novembre 2020, il 10,9% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le importazioni hanno raggiunto i 250.763 milioni di euro, con una diminuzione del 15,7%. Di conseguenza, il deficit commerciale dei primi undici mesi dell’anno ha raggiunto i 12.349 milioni di euro, il 58,7% in meno rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2019.

Il tasso di copertura (rapporto tra esportazioni e importazioni) si è attestato al 95,1% (90,0% a gennaio-novembre 2019). In termini di volume, le esportazioni sono diminuite del 10,4%, poiché i prezzi, approssimati dagli indici del valore unitario, sono diminuiti dello 0,5%. Le importazioni sono diminuite del 13,2%, mentre i prezzi sono diminuiti del 2,8%.

Il saldo non energetico ha mostrato un avanzo di € 1.179,1 M (deficit di € 8.602,7 M accumulato fino a novembre 2019) e il deficit energetico è sceso del 36,4%, a € 13.528 M (deficit di 21.283, 2 milioni nel 2019 con dati provvisori ).

I settori che hanno contribuito maggiormente alle esportazioni da gennaio a novembre sono stati i prodotti alimentari, le bevande, il tabacco e altre merci. Al contrario, il maggior contributo negativo è associato ai settori dei prodotti energetici, dei beni capitali, l’automobilistico e la manifattura di consumo.

Le esportazioni verso l’Unione Europea (60,7% del totale) sono diminuite dell’8,3% nei primi undici mesi dell’anno. Le vendite nell’area euro (53,3% del totale) sono diminuite del 7,7% e quelle destinate al resto dell’Unione europea (7,4% del totale) sono diminuite del 12,9%.

Le vendite a terze destinazioni (39,3% del totale) sono diminuite del 14,5% in questo periodo, con una flessione delle esportazioni verso l’America Latina (-26,1%), l’Africa (-17,2%), il Nord America (-12,1%), il Medio Oriente (-11,9%), l’Asia escluso il Medio Oriente (-7,2%) e l’Oceania (-5,4%).

Fonte: monedaunica.net

 

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L’export spagnolo nei primi nove mesi del 2020

L’export spagnolo nei primi nove mesi del 2020

L’export spagnolo mostra segni di recupero nel mese di settembre, raggiungendo i 23.250 milioni di euro (+31,6% rispetto ad agosto) e si situa a livelli simili a quelli di settembre 2019. Il settore che mostra una tendenza positiva è quello dell’Alimentazione, Bevande e Tabacchi. Al contrario, i principali contributi negativi provengono dai beni strumentali, prodotti energetici e settore automobilistico.

Sono queste alcune delle conclusioniche si ricavano dall’ Informe de comercio exterior. Enero-septiembre de 2020 realizzato dal Ministerio de Industria, Comercio y Turismo in base ai dati di commercio dichiarati dalle Dogane.

Nei primi 9 mesi dell’anno, le esportazioni spagnole hanno raggiunto i 188.401 Milioni di €, con una diminuzione del 12,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le importazioni sono invece diminuite del 17,2%, raggiungendo i 199.507 milioni di €.

L’export spagnolo è decresciuto in termini annuali in linea con le principali economie europee, ad una cifra di poco inferiore alla media della zona euro (-11,25) e della UE-27 (-10,5%). Sono diminuite anche le esportazioni della Francia (-19,1%); Regno Unito (-16,2%), Italia (-11,6%) e Germania (-11,7%). Nei paesi terzi sono diminuite le vendite degli Stati Uniti, (-15,4%), del Giappone (-14,6%) e, in misura minore, della Cina (-0,8%).

Nello stesso periodo, il settore in cui l’export è aumentato è quello dell’Alimentazione, bevande e Tabacchi, mentre i principali contributi negativi provengono dai beni strumentali, dai prodotti energetici e dal settore automobilistico.

L’export diretto all’UE, il 60,5% del totale, si è ridotto del 10,3% nei primi nove mesi dell’anno, mentre le vendite ai paesi terzi (39,5% del totale) si sono ridotte del 16% nello stesso periodo, con una diminuzione dell’export in America Latina (-27,0%), in Africa (-19,0%), nel Medio Oriente (-13,5%), nel Nord America (-12,7%), nel resto dell’Asia (-6,7%) e nell’Oceania (-6,6%).

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Crescono le esportazioni spagnole e italiane di vino

Crescono le esportazioni spagnole e italiane di vino

Secondo il report pubblicato dall’Observatorio Español del Mercado del Vino (OeMv), l’Italia, con un incremento di 152 milioni di litri e la Spagna (+86 milioni di litri) sono i primi esportatori mondiali di vino in termini di volume, sebbene la Francia consolida la sua leadership in termini di valore (+433 milioni di euro), con un prezzo che raggiunge i 6,85 €/litro.

Il report, che analizza i dati delle dogane di oltre 80 paesi, evidenzia che l’export mondiale di vino ha registrato leggere variazioni in termini interannuali a settembre 2019, positiva in valore (+0,9%) e negativa in volume (-0,3%). In particolare, le esportazioni hanno raggiunto i 10.346 milioni di litri (-33 milioni rispetto allo stesso periodo del 2018) ed i 31.843 milioni di euro (+268 milioni), con il prezzo medio che si è incrementato dell’1,2% fino ai 3,08 €/litro (+4 centesimi).

Gli undici principali fornitori a livello mondiale – Spagna, Italia, Francia, Cile, Austriali, Sudafrica, Germania, Stati Uniti, Portogallo, Argentina e Nuova Zelanda – contribuiscono al 90% del volume e all’88% del valore totale esportato.

La Spagna ha esportato 2.164 milioni di litri, seguita dall’Italia con quasi 2.130 milioni e la Francia (1.430). Tuttavia, in termini di valore, la Francia consolida la sua leadership con una crescita importante (+443 milioni di euro), raggiungendo i 9.806 milioni di euro, seguita dai 6.404 milioni dell’Italia (+234 milioni). Dal canto suo, la  Spagna registra un decremento in valore del 7% raggiungendo i 2.786 milioni di euro (-210 milioni) e registrando la maggior caduta in termini assoluti.

In riferimento al prezzo medio per litro, la Francia ha registrato il valore più alto rispetto ai principali produttori, con 6,85€/litro (+6%); l’Italia invece, ha regsitrato un decremento del 3,6%, per un valore medio di 3,01€/litro. La Spagna ha registrato il prezzo più basso, con 1,29€/litro (-10,7%). La tendenza del paese iberico si spiega prinipalmente per la grande crescita del prodiotto sfuso in termini di volume, a prezzi più bassi.

Per maggiori informazioni:
https://www.oemv.es/principales-exportadores-mundiales-de-vino-septiembre-2019

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Record per l’export spagnolo di componenti di automozione

Record per l’export spagnolo di componenti di automozione

Secondo il report settoriale sull’economia spagnola 2019, pubblicato dall’Unidad de Riesgos della CESCE (Compañía Española de Seguros de Crédito a la Exportación), l’export spagnolo di componenti di automozione ha raggiunto nel 2018 una cifra record, raggiungendo i 21.415 milioni di euro, con una crescita del 6,9% rispetto al 2017.

L’ascesa delle esportazioni spagnole del settore si deve, in gran parte, al comportamento dei mercati tradizionali dell’Unione Europea, principale destinazione dei componente di automozione prodotti in Spagna. In particolare, le vendite all’UE sono cresciute del 5,1% rispetto all’anno precedente, trainate dalla crescita registrata in 9 dei 10 principali mercati dell’export spagnolo del settore all’interno dell’Unione.

Relativamente ai mercati terzi, il Marocco si conferma come prima destinazione dell’export settoriale spagnolo, con un volume di 913 milioni di € ed una crescita annuale dell’1,54%. Gli Stati Uniti e la Cina mantengono la seconda e terza posizione, con incrementi rispettivi del 7,5% e dell’8,5% e cifre di 868 e 618 milioni di euro.

In Spagna, il settore dell’automotive contribuisce per circa il 10% al PIL nazionale e il paese è al nono posto nella classifica mondiale di produzione di veicoli. Il settore registra in Spagna i 100.000 milioni di euro di fatturato ed un livello di esportazione di veicoli made in Spain superiore all’80% dell’intera produzione, secondo il report della CESCE.

Sono 17 gli impianti di produzione di veicoli presenti nel territorio spagnolo (inclusi quelli di fabbricazione di motori e ricambi). Di questi, 13 sono destinati esclusivamente all’assemblaggio di veicoli su scala mondiale. In queste fabbriche si producono 44 modelli, 20 dei quali in esclusiva mondiale, per un totale di 300.000 posti di lavoro diretti e oltre due milioni generati dall’indotto.

Secondo l’Associazione spagnola di produttori di Auto e Camion (Anfac), la produzione di veicoli in Spagna nel primo trimestre del 2019 si è chiusa con 756.823 unità prodotte.

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L’export spagnolo cresce del 3,8% nei primi 10 mesi dell’anno

L’export spagnolo cresce del 3,8% nei primi 10 mesi dell’anno

L’export spagnolo è cresciuto del 3,8% nel periodo gennaio-ottobre 2018 in termini tendenziali, per un valore complessivo di 238.5776 milioni di euro. A loro volta, le importazioni hanno registrato una crescita del 6,3%, per un valore di 266.600 milioni. Il risultato è un deficit commerciale di 28.024 milioni di euro, il 33% in più rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2017.

In termini di volume, l’export è aumentato del lo 0,7% dal momento che i prezzi, approssimati dagli Indici di Valore Unitario, sono cresciuti del 3,1%. Le importazioni sono aumentate dell’1,9%, a fronte della crescita del 4,3% dei prezzi.

 

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Il deficit al netto dei prodotti energetici  si riduce a 7.008 milioni di euro.

Il tasso di crescita dell’export spagnolo nei primi dieci mesi dell’anno coincide con quello dell’Italia (3,8%), ma risulta inferiore a quello della Germania (4,1%), Francia (4,4%) e Regno Unito (7,9%) e a quelli della media della zona euro (5,2%) e della UE (5,3%).

Tutti i settori hanno registrato incrementi delle esportazioni. Il settore dei beni strumentali (che rappresenta il 19,7% del totale) è cresciuto dell’1,1%, quello dell’auto (15,8% del totale) è aumentato dello 0,6% e quello dell’alimentazione, bevande e tabacchi (15,9% del totale) ha registrato un incremento dello 0,4%.

Anche le importazioni sono cresciute in tutti i settori: i beni strumentali (20,5% del totale) dell’1,6%; prodotti energetici (15% del totale) del 20,2%; prodotti chimici (15,3% del totale) dell’8,6%: auto (12,6% del totale) del 3,9%.

L’export diretto all’Unione Europea (65,7% del totale) è aumentato del 3,8% nei primi dieci mesi dell’anno (stesso tasso di crescita nei confronti della zona euro).  Relativamente ai paesi terzi (destinazione del 34,5% del totoale dell’exports pagnolo), anche in questo caso il tasso di crescita delle esportazioni spagnolo si è attestato al 3,8%, con un incremento delle vendite all’Africa (+5,0%), al Nord America (4,2%), all’Asia escluso Medio Oriente (2,9%) e America Latina (0,2%). Si sono invece  registrate flessioni nelle esportazioni al Medio Oriente (-1%) e all’Oceania (-0,5%). Per paesi, da evidenziare gli aumenti delle vendite a Singapore (49,5%), Algeria (26,7%), Egitto (26%), Stati Uniti (4,2%) e Marocco (4%), mentre si sono ridotte le esportazioni al Perù (-14,5%) e agli Emirati Arabui Uniti (-12,6%) in particolare.

 

Fonte: Secretaría de Estado de Comercio

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Il prezzo del vino spagnolo cresce in tre continenti

Il prezzo del vino spagnolo cresce in tre continenti

Il primo semestre del 2018 si è chiuso con una considerevole crescita del prezzo dei vini spagnoli in Asia, Africa ed America latina. In particolar modo in Asia si è assistito ad un’impennata del prezzo, aumentato quasi del 50%, passando da 1,47 a 2,15 €/litro. Un aumento più moderato si è verificato in America Latina (+25,4%m da 2,18 a 2,73 €/litro) ed in Africa (+22,3%, da 68 a 83 centesimi al litro).

 

I dati corrispondono a tre recenti rapporti pubblicati dall’Observatorio Español del Mercado del Vino (OeMv) che, inoltre, confermano che si è ridotto il volume del vino spagnolo esportato in queste tre macro-zone geografiche. Nonostante ciò, la Spagna ha fatturato meno per le vendite del vino solo in Asia, a causa soprattutto del crollo dell’export verso la Cina, primo mercato asiatico. Questa caduta riguarda soprattutto il vino sfuso, dopo la grande crescita del 2017.

 

Per quanto riguarda l’America Latina, la Spagna ha esportato una quantità di vino inferiore del 10%, ma ha fatturato il 13% in più. Il Messico è di gran lunga la prima destinazione dell’export in questa zona. Un grande semestre per il vino spagnolo si registra anche nella Repubblica Domenicana, Panama ed Ecuador. Infine, il valore del vino spagnolo è aumentato quasi del 20% in Africa, grazie all’andamento dell’export verso il Marocco, Paese che è passato da tenere scarsissima rilevanza, ad essere il primo mercato del continente. Crescono anche le esportazioni verso l’Algeria, mentre decrescono quelle verso Nigeria, Togo e Ghana.

 

Fonte: Diario de Gastronomía

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Spagna, cresce il numero di autonomi che esporta

Spagna, cresce il numero di autonomi che esporta

Secondo la Federación Nacional de Asociaciones de Trabajadores Autónomos (ATA) sono 160.000 i lavoratori che, per conto proprio, hanno scommesso sull’internazionalizzazione. Questa cifra rappresenta il doppio rispetto a quella registrata dieci anni fa. Questi imprenditori, però, rappresentano solo il 5% degli autonomi spagnoli.

 

I piccoli esportatori, considerati come quelli che vendono all’estero meno di 50.000 € annui, hanno registrato il maggior aumento nel primo semestre del 2018, con quasi un 44% di crescita in termini annuali. Nonostante la caduta del volume (-1,7%), le vendite all’estero hanno registrato un incremento in termini di valore (+2,9%).

 

Secondo gli analisti, l’adattamento delle nuove tecnologie ha permesso agli autonomi ed alle piccole imprese di accedere più facilmente ai mercati esteri.

 

Fonte: Moneda Única

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L’industria della carne rappresenta più del 22% dell’intero settore alimentare in Spagna

L’industria della carne rappresenta più del 22% dell’intero settore alimentare in Spagna

Secondo i dati pubblicati Asociación Nacional de Industrias de la Carne de España, ANICE,  l’industria della carne è il quarto settore industriale in Spagna, dopo l’industria del petrolio e combustibili e la produzione e distribuzione di energia elettrica. Il settore, composto da mattatoi, laboratori di sezionamento e produzione di elaborati, possiede un tessuto industriale composto da circa 3.000 imprese, distribuite in tutta Spagna, specialmente nelle zone rurali.

 

Per quanto  gran parte del settore sia formato da piccole e medie imprese, questo non ha impedito il graduale sviluppo e il consolidamento di grandi gruppi imprenditoriali, alcuni di essi leader a livello europeo. La produzione complessiva di tutte queste imprese fa sì che l’industria della carne occupi il primo posto di tutta l’industria degli alimenti e delle bevande, con un fatturato di 24 miliardi di euro, il 22,3 %, di tutto il settore alimentare spagnolo, nel 2017. Questo fatturato costituisce approssimativamente il 2,2 % del PIL totale spagnolo (a prezzo di mercato), il 13, 6% del PIL del comparto industriale ed il 4,1% della fatturazione totale di tutta l’industria spagnola.

 

Il settore della carne ha esportato lo scorso anno un totale di 2,33 milioni di tonnellate di carne e prodotti elaborati per un valore di 6.084 milioni di euro a mercati di tutto il mondo, con una bilancia commerciale sempre più positiva, in questo caso del 477%,  e una crescita del 2,5% in termini di volume e del  9,4% in valore rispetto al 2016. Si assiste pertanto ad un incremento dell’ export di prodotti di più alto valore aggiunto e ad un prezzo migliore.

 

Queste cifre globali positive si basano in gran parte sulla forte crescta del settore suino all’estero.  La Spagna infatti è il terzo esportatore al mondo di carne di maiale, dopo la Germania e gli Stati Uniti. La parte più importante delle esportazioni è ancora diretta all’Unione Europea, e di questa percentuale, la maggior parte dei prodotti carninci viene venduta  in Francia, Germania, Portogallo e Italia.

 

Per maggiori informazioni: link alla pagina di ANICE

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Cresce l’export italiano nei primi sei mesi dell’anno

Cresce l’export italiano nei primi sei mesi dell’anno

Secondo quanto pubblicato dall’ISTAT lo scorso 10 agosto, l’export italiano mantiene il trend di crescita positivo degli ultimi anni. Nel mese di giugno 2018 si stima una crescita congiunturale per le esportazioni (+4,6%) e un più contenuto aumento per le importazioni (+0,3%). Il sostenuto incremento congiunturale dell’export è da ascrivere prevalentemente alla crescita delle vendite verso i mercati extra Ue (+8,0%), dovuta principalmente ai mezzi di navigazione marittima, mentre quella verso l’area Ue è meno intensa (+2,1%).

 

Nel secondo trimestre del 2018, rispetto al primo, si registrano incrementi per entrambi i flussi, più intensi per le importazioni (+2,5%) che per le esportazioni (+1,1%).A giugno 2018 l’aumento dell’export su base annua è pari a +6,6% e coinvolge sia l’area extra Ue (+8,0%) sia i paesi Ue (+5,6%).

 

Tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante alla crescita tendenziale dell’export nel mese di giugno, si segnalano mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+47,0%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+10,2%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+15,4%) e prodotti petroliferi raffinati (+20,1%) mentre nello stesso mese contribuiscono negativamente gli autoveicoli (-3,1%).

 

Su base annua, i paesi che contribuiscono maggiormente all’incremento delle esportazioni sono Svizzera (+55,1%), Stati Uniti (+18,8%), Francia (+10,3%), Germania (+4,1%) e Paesi Bassi (+20,8%), mentre nel caso della Spagna si registra un calo dell’8,1%, anche se il tasso di crescita rimane positivo (+1,7%) se si considerano i primi sei mesi dell’anno.

 

Nel periodo gennaio-giugno 2018, la crescita tendenziale dell’export è pari a +3,7% ed è principalmente determinata da metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,0%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+4,6%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+11,9%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+6,5%) e apparecchi elettrici (+4,1%).

 

Si stima che il surplus commerciale aumenti di oltre mezzo miliardo di euro (da +4.504 milioni a giugno 2017 a +5.071 milioni a giugno 2018). Nei primi sei mesi dell’anno l’avanzo commerciale raggiunge +18.955 milioni (+38.179 milioni al netto dei prodotti energetici).

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