l’attivo è di 45,2 miliardi di euro, il miglior risultato dall’inizio delle rilevazioni Istat. la Spagna è stata tra i mercati più dinamici per l’export italiano
Il 2015 si chiude con un record storico per la bilancia commerciale italiana, che segna un attivo pari a 45,2 miliardi di euro, il miglior risultato dall’inizio delle rilevazioni Istat (1991). Al netto dell’energia l’avanzo commerciale raggiunge quota 78,7 miliardi di euro.
Nella media del 2015 sono cresciute sia le esportazioni (+3,7% in valore, +1,9 in volume) sia le importazioni (+3,3% in valore, +7,1% in volume). L’espansione dell’export si è distribuita equamente tra paesi UE (+3,8%) e paesi extra UE (+3,6%), mentre l’incremento delle importazioni è stato molto più ampio al netto dell’energia (+7,7%).
I mercati più dinamici per l’export sono risultati essere gli Stati Uniti (+20,9%), il Belgio (+10,6%), l’India (+10,3%) e la Spagna (+10,1%). Per quanto riguarda l’import, gli acquisti dalla Polonia (+18,6%) e dai paesi EDA (+17,7%) sono quelli che hanno registrato i più alti tassi di incremento.
Per quanto riguarda i settori, si segnala la forte crescita nell’anno delle vendite all’estero di autoveicoli (+30,8%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+11,2%), di computer, apparecchi elettronici e ottici (+10,9%) e dei prodotti agroalimentari (+7%). Relativamente all’import, gli acquisti di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+25,6%) e di autoveicoli (+19,1%), sono risultati in forte aumento.
Il confronto tra le dinamiche dell’export dell’Italia e quelle dei paesi Ue mostra come, nel 2015, il contributo dell’Italia alle esportazioni dell’area Ue abbia registrato un lieve calo rispetto al 2014 (da 8,6% a 8,5%), sintesi di una omogenea riduzione della quota nazionale sia sul mercato interno europeo (da 7,5% a 7,4%) sia rispetto all’area extra UE (da 10,6% a 10,4%). Tra i principali paesi, solo la Germania ha incrementato la quota sull’export dell’UE (da 24,3% a 24,7%), la Francia è rimasta stabile mentre la Spagna ha subìto una contrazione di un decimo di punto .
Fonte: Istat