Nell’attualità bloccare l’accesso ad un portale di vendite online ad un utente perché appartiene ad un altro Stato membro o ridirigerlo verso la pagina web del suo Paese è una pratica abituale in più del 60% dei punti vendita online europei.
Secondo i dati dell’UE, le industrie che finora utilizzavano questo tipo di pratica di geo-blocco erano i portali di vendita di biglietti per eventi sportivi, così come i punti vendita di elettrodomestici. Per questo, l’UE ha deciso di superare questi geo-blocchi che impediscono al consumatore comunitario di comprare prodotti attraverso i portali di altri Paesi nei quali il prezzo potrebbe essere inferiore a quello del mercato locale.
Il nuovo regolamento dell’UE proibirà il blocco geografico da dicembre 2018, affinché non ci sia discriminazione dei consumatori sulla base della nazionalità o Paese di residenza. Questa discriminazione riguarderà anche i mezzi di pagamento: il venditore non potrà più rifiutare i pagamenti con carte di altri Paesi membri.
Con questa riforma, l’UE vuole liberalizzare il commercio elettronico tra i Paesi membri e ridurre i prezzi per la maggior concorrenza tra imprese. Il Regolamento avrà maggiore impatto su quei beni e servizi con minori costi di spedizione. Da quest’ultimo punto di vista, l’UE sta trasmettendo una nuova norma europea sui servizi di spedizione transfrontaliera.
La normativa sarà applicabile a tutte le imprese che operano sul territorio comunitario, indipendentemente dal fatto che siano o meno domiciliate sul territorio e sempre che si tratti di vendita al consumatore finale. Per quanto riguarda le norme relative all’etichettatura ed alle condizioni di consumo, la vendita online tra Paesi membri non comporterà l’adozione della normativa nazionale del Paese di provenienza dell’utente, considerato che in questi casi l’UE concepisce la vendita come passiva (è il compratore che si dirige al venditore).