Le esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande spagnole crescono a 47,62 miliardi di euro

Le esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande spagnole crescono a 47,62 miliardi di euro

Secondo un’analisi condotta da Fiab, le esportazioni dell’industria alimentare e delle bevande spagnola hanno raggiunto un valore di 47.620 milioni di euro nel 2023. Secondo i dati di Datacomex, l’anno scorso le vendite all’estero hanno consolidato il dato migliore della serie storica e hanno confermato il settore come un importante motore commerciale per la Spagna.

Tuttavia, mantenendo la performance dell’anno precedente, le esportazioni hanno risentito ancora una volta della situazione inflazionistica globale e dell’instabilità dei mercati dovuta alla difficile situazione geopolitica, uno scenario che ha portato a un netto cambiamento di tendenza.

Se negli anni precedenti alla pandemia l’industria alimentare e delle bevande era cresciuta in valore di circa il 6%, nel 2023 questo dato si è attestato al 3,4% rispetto al 2022, a dimostrazione delle difficoltà dell’attuale situazione e contesto globale, che si riflette anche in una diminuzione del 6,6% del volume delle esportazioni.

Nonostante ciò, la Spagna rimane uno dei principali esportatori mondiali nel settore alimentare e delle bevande e si colloca al quinto posto tra i principali esportatori dell’Unione Europea, dietro solo a Paesi Bassi, Germania, Francia e Italia, secondo i dati di FoodDrinkEurope.


“È notevole la buona performance che l’industria alimentare e delle bevande continua a mantenere all’estero, considerando l’instabilità dei mercati. L’internazionalizzazione continua a essere un pilastro molto solido per l’industria spagnola, rendendo il settore alimentare e delle bevande uno dei rami di attività più resistenti e decisivi per lo sviluppo socio-economico della Spagna”, ha dichiarato il direttore generale della FIAB, Mauricio García de Quevedo.

Saldo commerciale positivo nonostante l’instabilità del mercato e i cambiamenti climatici

Dal 2018 il settore sta affrontando gli effetti di un contesto molto volatile, caratterizzato dal rallentamento di alcune economie, dall’aumento delle politiche protezionistiche derivanti dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e dagli effetti della Brexit. Questi fattori, tra gli altri, che influenzano direttamente i principali Paesi di destinazione delle esportazioni industriali spagnole, sono stati determinanti nel cambiamento di tendenza che le vendite del settore hanno iniziato a sperimentare. Questa situazione è stata aggravata dall’impatto della pandemia COVID-19 e dalle conseguenze degli attuali conflitti internazionali, lasciando una situazione inflazionistica dovuta all’aumento dei costi di produzione, energia e trasporto, soprattutto.

Questo scenario è aggravato dalla prolungata situazione di siccità che la Spagna sta vivendo da mesi. Gli episodi di siccità idrologica in gran parte della Spagna hanno avuto un impatto sulla produzione di alcuni alimenti e bevande nel corso del 2023, determinando allo stesso tempo una diminuzione del volume delle esportazioni.

Tuttavia, le vendite all’estero continuano a superare le importazioni, il che significa che la bilancia commerciale continua a essere positiva per 13.697 milioni di euro, accumulando così sedici anni di avanzo nella bilancia commerciale. Infatti, secondo i dati del Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Impresa, il settore alimentare e delle bevande è uno dei più dinamici e quello con il più alto surplus commerciale dell’intera bilancia commerciale.

 

 

Principali destinazioni dei prodotti alimentari e delle bevande spagnoli

Per quanto riguarda la destinazione degli alimenti e delle bevande spagnoli, nel 2023 l’Unione Europea ha continuato a essere il principale partner commerciale per le esportazioni del settore, con un peso del 58% sul totale. Francia (7.207 M€), Portogallo (5.572 M€), Italia (5.507 M€) e Germania (2.984 M€) occupano le prime quattro posizioni della classifica, accumulando una crescita rispetto all’anno precedente che, nel caso della Germania, ha raggiunto il 16%.

Gli Stati Uniti, con un valore di 2.747 milioni di euro, sono il quinto Paese di destinazione e il principale partner commerciale extra-UE. Le esportazioni verso questo mercato sono diminuite del -6,4%, un calo che si spiega in parte con la forte performance delle vendite degli anni precedenti, aumentate del 21% nel 2021 dopo la sospensione temporanea dei dazi (ad eccezione delle olive nere da tavola). Gli Stati Uniti continuano a consolidare la loro posizione come uno dei mercati più solidi e promettenti per le aziende esportatrici spagnole, visto che nel 2011 le esportazioni hanno superato di poco gli 800 milioni di euro.

Il Regno Unito è al sesto posto con un valore di 2.643 milioni di euro, con un aumento del 9,4%. Il settore rimane attento alle possibili conseguenze dell’entrata in vigore del nuovo modello doganale che sarà attuato a partire dal 2024, che introduce cambiamenti in termini di certificazione sanitaria, controlli fisici e documentali, e continuerà a lavorare per garantire la continuità delle esportazioni e delle relazioni con un mercato particolarmente importante come quello britannico.

 

La Cina è il primo Paese asiatico della classifica e si colloca al settimo posto. Nel 2023, le esportazioni hanno raggiunto i 1.836 milioni di euro e hanno registrato un calo del -23,6%. Dal 2020, il gigante asiatico ha registrato cali dovuti, tra l’altro, al calo delle importazioni di suini in seguito al superamento della situazione economica derivante dalla peste suina, nonché alla recessione economica del Paese e all’aumento delle misure protezionistiche con ostacoli all’importazione di alimenti e bevande.

La classifica delle principali destinazioni è completata da Paesi Bassi (1.496 M€), Giappone (1.138 M€), Polonia (1.104 M€) e Belgio (1.047 M€).

Per quanto riguarda i prodotti più esportati, la carne e i prodotti a base di carne sono in cima alla lista (12.032 M€); frutta e verdura preparata e conservata (5.866 M€); olio d’oliva (4.148 M€); vino (2.966 M€); prodotti da forno e pasta (2.043 M€); cacao (1.496 M€). 043 M€); cacao, dolciumi e prodotti a base di cioccolato (1.918 M€); prodotti lattiero-caseari (1.766 M€); crostacei, molluschi e invertebrati acquatici – molluschi – (1.683 M€); pesci e molluschi preparati e conservati (1.393 M€); e mangimi per animali (1.281 M€).

Sfide per il settore

“L’internazionalizzazione è un’area prioritaria per l’industria alimentare e delle bevande. È necessario raddoppiare gli sforzi attraverso la collaborazione pubblico-privato per recuperare il dinamismo che il settore ha mostrato da prima della pandemia”, sottolinea il direttore generale della FIAB.

Tra le principali sfide in questo campo, FIAB indica come prioritario il dialogo per minimizzare gli effetti del conflitto in Ucraina e nel Mar Rosso, che ha comportato un aumento generale dei costi per l’internazionalizzazione.

D’altro canto, il settore segnala l’intensificazione delle relazioni commerciali e delle attività di promozione internazionale, soprattutto nei mercati nuovi o meno tradizionali. In questo senso, è fondamentale promuovere l’approvazione definitiva di accordi come quello con il Cile, proseguire i negoziati per la conclusione dell’accordo con il Mercosur, continuare a promuovere accordi con Australia, India e Thailandia e fare progressi nella ripresa dei negoziati con Filippine e Malesia.

Al fine di proteggere i mercati tradizionali con un grande potenziale per il settore, la FIAB insiste sui negoziati con gli Stati Uniti per la cessazione definitiva delle tariffe doganali, nonché sul rafforzamento delle relazioni commerciali con l’asse asiatico, in particolare con la Cina.

 

Fonte: FIAB

 

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Le esportazioni di frutta e verdura crescono per il nono anno consecutivo

Le esportazioni di frutta e verdura crescono per il nono anno consecutivo

Le esportazioni di frutta e verdura hanno raggiunto lo scorso anno 2023 la cifra di 16.682 milioni di euro, ovvero il 5,4% in più rispetto all’anno precedente e quasi il 60% in più rispetto al 2014, anno in cui hanno subito un calo ma da allora non hanno smesso di crescere.

È questa una delle principali conclusioni dello studio Sectores basic Frutas y Hortalizas elaborato dall’Osservatorio settoriale DBK di INFORMA, che mostra come, dopo diversi anni consecutivi di crescita, il valore della produzione ortofrutticola sia aumentato del 12,3% nel 2023 per raggiungere i 24.240 milioni di euro, favorito dall’aumento dei prezzi, rispetto alla crescita di solo l’1,8% registrata nell’anno precedente.

Esportazioni di frutta e verdura.

In questo contesto, le esportazioni di frutta e verdura hanno accelerato la loro crescita in termini di valore nel 2023, con un aumento del 5,4%, rispetto al 2,9% dell’anno precedente, per raggiungere 16.682 milioni di euro. Questo completa un periodo di nove anni consecutivi di aumenti dal crollo del 2014, da allora accumulando un incremento vicino al 60%.

Il valore delle esportazioni di frutta nel 2023 è aumentato dell’1,4% a 9005 milioni di euro, mentre le vendite all’estero di ortaggi sono aumentate del 10,5% a 7677 milioni di euro.

Per quanto riguarda le destinazioni di queste esportazioni spagnole, la principale continua ad essere l’Unione Europea, che rappresenta l’83% delle vendite di frutta all’estero e l’80% di quelle di ortaggi. Per quanto riguarda i Paesi, Germania, Francia e Regno Unito sono i principali Paesi di destinazione in entrambi i segmenti, che insieme rappresentano circa il 60% del valore delle merci esportate.

 

Dal canto loro, le importazioni di frutta e verdura sono aumentate del 17,0%, raggiungendo i 4.121 milioni di euro; spicca il peso delle importazioni dal Marocco, che rappresentano il 17% del totale delle importazioni di frutta e il 39% di quelle di verdura, con un valore degli acquisti da questo Paese pari a 921 milioni di euro (10% in più rispetto al 2022).

Per quanto riguarda la struttura del settore, è possibile individuare un elevato numero di produttori di piccole e medie dimensioni, anche se vi è una crescente tendenza all’integrazione e all’associazione in organizzazioni di produttori e di commercializzazione. Nel settore della commercializzazione all’ingrosso specializzata si registra un maggior grado di concentrazione. Il fatturato complessivo dei primi venti operatori ha superato i 6800 milioni di euro nel 2022, mentre i primi trenta hanno fatturato 8450 milioni di euro.

Fonte: Diariodegastronomia.com

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Il FoodTech spagnolo si consolida

Il FoodTech spagnolo si consolida

Le conclusioni del quarto rapporto sul settore Foodtech in Spagna sono state presentate nell’ambito di un evento di networking in cui alcuni dei protagonisti dell’ecosistema hanno discusso le sfide future per il settore spagnolo, la sua regolamentazione e le sue possibilità di crescita, nonché l’evoluzione dell’ecosistema Foodtech spagnolo. Questo settore è un anello essenziale dell’industria alimentare spagnola ed è destinato a svolgere un ruolo importante nella catena alimentare nei prossimi anni.

Così, in un contesto globale di incertezza normativa e di aumento dei tassi di interesse, con un forte calo degli afflussi di capitale nel settore delle proteine alternative, e dove gli investimenti globali nel settore sono diminuiti di oltre il 60%, le startup spagnole sono state in grado di raccogliere oltre 226 milioni di euro in diversi round di investimento, secondo il rapporto Fostering Collaboration for Sustainable Agri-Food Excellence, promosso da ICEX Spain Export and Investment.

Il rapporto rivela anche come il numero di start-up continui a crescere, anche se a un ritmo moderato, e l’emergere di nuovi attori e alleanze che sono destinati a dare impulso all’innovazione in tutta la catena alimentare. Nel 2023 sono emerse associazioni di imprese come FATE (Food Agri Tech Europe) e se ne sono consolidate altre come VEGETALES – l’associazione dei produttori di alimenti e bevande vegetali. Inoltre, le alleanze si sono concentrate sull’asse CNTA, con l’obiettivo di creare un nuovo polo di innovazione. Tutti questi movimenti lasciano presagire economie di scala e collaborazioni in progetti strategici come la Spain Food Valley, finalizzata a migliorare la competitività del settore attraverso gli sviluppi della digitalizzazione, della tracciabilità e della sicurezza alimentare.

 

Grande dinamismo nel settore

Elisa Carbonell, CEO di ICEX, ha affermato che il foodtech è uno dei settori più dinamici, con 420 start-up registrate, più di 30.000 aziende potenziali acquirenti e 20 centri tecnologici.Ha inoltre sottolineato il ruolo svolto da programmi come DESAFÍA nel rispondere alla sfida della scalabilità dei progetti innovativi nell’industria alimentare.Nei Paesi Bassi più di venti aziende sono già passate attraverso il programma di accelerazione. Nel 2024, più di una dozzina di startup si uniranno alle due nuove immersioni nel Regno Unito e in Germania.

Elisa Carbonell ha inoltre evidenziato gli sforzi di proiezione internazionale compiuti dall’ICEX. Da un lato, attraverso la partecipazione a eventi strategici sia all’interno che all’esterno della Spagna (Food 4 Future Bilbao, AgriTech Expo Asia, Sustainable Food Forum a Londra…). Dall’altro, attirando capitali stranieri attraverso il programma Rising Up in Spain di INVEST IN SPAIN e il primo progetto di open innovation agroalimentare in Brasile, un evento di matchmaking tra aziende spagnole e start-up brasiliane che si terrà nel 2023.

Da parte sua, Isabel Bombal, Direttore Generale dello Sviluppo Rurale, dell’Innovazione e della Formazione Agroalimentare del MAPA, ha sottolineato l’importanza delle aziende che fanno parte dell’ecosistema agroalimentare spagnolo che, con le loro soluzioni innovative e digitali, contribuiscono a consolidare un settore agroalimentare moderno, competitivo, sostenibile ed efficiente e costituiscono, di per sé, un’industria in crescita con un potenziale economico e sociale e con la capacità di esportare soluzioni tecnologiche in molti mercati internazionali. A questo proposito, il direttore generale ha anche passato in rassegna le iniziative del Ministero per sostenere l’imprenditorialità innovativa nelle aziende agroalimentari.

Un impegno forte e sostenuto nel tempo verso l’innovazione come fattore di differenziazione dell’industria alimentare spagnola è lo strumento migliore per aggiungere valore e rafforzare la nostra capacità di esportazione e il futuro del nostro pianeta.

Fonte: https://www.monedaunica.net/

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Il settore della ristorazione collettiva consolida la propria ripresa in Spagna

Il settore della ristorazione collettiva consolida la propria ripresa in Spagna

I principali settori che compongono il mercato alberghiero e della ristorazione collettiva hanno consolidato nel periodo 2022-2023 la ripresa iniziata nel 2021, con il venir meno degli effetti della pandemia e delle misure restrittive, trainati dalla favorevole congiuntura economica, dall’aumento dei consumi e dal dinamismo del turismo, oltre che dall’aumento dei prezzi.

Queste sono alcune delle conclusioni tratte dallo studio Informe Especial El Mercado de Hostelería y Colectividades, recentemente pubblicato dall’Osservatorio di Settore DBK di INFORMA, che mostra come il mercato alberghiero e della ristorazione – ristoranti, hotel, ospedali, case di riposo e catering – abbia registrato ancora una volta una performance favorevole nel 2023, completando la ripresa dopo la crisi pandemica, grazie a fattori quali la buona situazione economica, la crescita dell’occupazione, l’aumento dei consumi delle famiglie e il dinamismo della domanda turistica, che hanno permesso a tutti i settori considerati di crescere in modo significativo.

Alberghi e ristoranti

  • Da un lato, la maggiore propensione alla spesa per la ristorazione fuori casa e l’evoluzione positiva degli afflussi turistici hanno permesso al mercato della ristorazione di crescere dell’8% nel 2023, raggiungendo i 27,8 miliardi di euro.
  • Da parte sua, il settore alberghiero ha registrato una crescita del 15%, sostenuta dall’aumento del numero di viaggiatori, sia spagnoli che, soprattutto, stranieri. Anche l’effetto dell’aumento dei prezzi sul fatturato del settore è degno di nota. Il valore del mercato si è attestato a 18,2 miliardi di euro.
    Il fatturato degli ospedali privati supererà i 13 miliardi di euro nel 2023, con un aumento del 5%.
  • Questo incremento è leggermente superiore a quello del 4% ottenuto dalle società di gestione delle case di cura, che ha permesso loro di raggiungere i 5,1 miliardi di euro.
  • Infine, il mercato della ristorazione è cresciuto di quasi il 6,5% nel 2023, raggiungendo i 3,75 miliardi di euro. Tutti i suoi sottosegmenti di attività hanno registrato sviluppi positivi.

In termini di struttura del mercato, il mercato dell’ospitalità nel suo complesso continua a essere altamente frammentato, anche se negli ultimi anni è proseguita la tendenza a una progressiva concentrazione dell’offerta, soprattutto a seguito di acquisizioni societarie e dell’integrazione di strutture e centri indipendenti in catene e reti. Questo aumento della concentrazione è stato particolarmente significativo nel settore ospedaliero, dove i primi dieci gruppi avevano una quota di mercato combinata del 52% nel 2022.

Fonte: Diariodegastronomia.com

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Principali novità fiscali in Spagna nel 2024

Principali novità fiscali in Spagna nel 2024

Il socio Miñana Beltral Tax & Legal ha elencato le principali novità fiscali previste in Spagna nel 2024:

1.IRPF

Nel 2024 il reddito minimo imponibile per l’imposta sul reddito delle persone fisiche salirà a 15.000 euro. Nel 2023 il limite minimo era di 14.000 euro. Pertanto, le persone con un reddito inferiore a questo importo non saranno obbligate a presentare la dichiarazione dei redditi.

In relazione alle plusvalenze immobiliari, la deduzione dell’imposta sul reddito netto è ridotta dal 60% al 50%. Pertanto, il proprietario di un immobile affittato potrà dedurre fino al 50% della differenza tra entrate e uscite. Questa riduzione della deduzione è applicabile solo ai contratti in vigore dal 1° gennaio 2024. La detrazione del 60% sarà mantenuta per i contratti stipulati fino al 31 dicembre 2023. Se l’immobile è situato in una zona sottoposta a tensioni e il proprietario riduce il prezzo di affitto del 5%, avrà diritto all’applicazione di una detrazione IRPF fino al 90%.

La detrazione per i lavori di miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni nell’imposta sul reddito è estesa a tutto il 2024.

Infine, viene ribadita l’obbligatorietà della presentazione delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche esclusivamente per via elettronica, a condizione che la Pubblica Amministrazione garantisca un’attenzione personalizzata a tutti i contribuenti che abbiano bisogno di assistenza.

2.ISS (Imposta sulle società)

Libertà di ammortamento degli investimenti che utilizzano energia da fonti rinnovabili. La libertà di ammortamento degli investimenti che utilizzano energia da fonti rinnovabili è estesa al 2024. Questa misura, inizialmente limitata al 2024, consente ai contribuenti di ammortizzare liberamente gli investimenti in progetti per l’autoconsumo di energia elettrica o termica a condizione che la fonte energetica sia rinnovabile e che sostituiscano impianti che utilizzano fonti energetiche fossili non rinnovabili. In questo senso, viene posta come condizione che l’entrata in funzione dei nuovi impianti debba avvenire nel 2024.

3.IVA

I limiti quantitativi che escludono l’applicazione del metodo di valutazione oggettiva dell’imposta sul reddito sono prorogati per il 2024, ad eccezione delle attività zootecniche, forestali e agricole, che hanno un proprio limite basato sul volume di reddito .Allo stesso modo, i limiti per l’applicazione del regime semplificato e del regime speciale per l’agricoltura, l’allevamento e la pesca nel caso dell’IVA sono prorogati di un ulteriore anno.

L’aliquota IVA del 5% si applica fino al 30 giugno 2024 alle cessioni, alle importazioni e agli acquisti intracomunitari di olio d’oliva, semi e pasta.

Un’aliquota IVA dello 0% si applica fino al 30 giugno 2024 alle cessioni, alle importazioni e agli acquisti intracomunitari di prodotti quali pane e prodotti di panificazione, farina per panificazione, alcuni tipi di latte, formaggio, uova, nonché frutta, verdura, legumi e cereali che sono prodotti naturali.

Fino al 31 dicembre di quest’anno, l’aliquota dell’energia elettrica per le consegne e le importazioni effettuate ai titolari di contratti di fornitura con potenza contrattuale inferiore o uguale a 10 kW e ai titolari di contratti di fornitura che sono beneficiari del buono sociale è aumentata al 10% (dall’attuale 5%).

 

 

4.IMPOSTA SULLE DONAZIONI

È aumentato il numero di Comunità autonome (Aragona e La Rioja) in cui le donazioni tra parenti diretti sono scontate quasi al 100%. Queste regioni si aggiungono ad altre come Andalusia, Castiglia e León, Valencia e le Isole Baleari, che già prevedevano questi sconti negli anni precedenti.

5.IMPOSTA SUL PATRIMONIO

Come nel caso dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche, si stabilisce che può essere imposto l’obbligo di presentare la dichiarazione dell’Imposta sul patrimonio per via elettronica.

6.IMPOSTA TEMPORANEA DI SOLIDARIETÀ SUI GRANDI PATRIMONI

La Legge 38/2022 ha istituito un’imposta temporanea di solidarietà sui Grandi Patrimoni, inizialmente prevista per l’anno finanziario 2023. L’applicazione di questa imposta temporanea è mantenuta per il 2024, finché non ci sarà una revisione della tassazione patrimoniale nel contesto della riforma del sistema di finanziamento regionale. L’esenzione minima stabilita a 700.000 euro è estesa a tutti i contribuenti. È inoltre obbligatorio presentare la dichiarazione dei redditi per via elettronica.

7.IMPOSTA SULLA PLASTICA

L’imposta sulla plastica, che grava sulle imprese che producono e importano plastica non riciclata, è entrata in vigore nel 2023. A partire dal 1° gennaio 2024, è richiesta una certificazione rilasciata dall’Ente Nazionale di Accreditamento (ENAC) o da un organismo equivalente in qualsiasi Stato membro dell’UE, che attesti che le plastiche utilizzate e che non rientrano nel campo di applicazione dell’imposta sono riciclate.

 

Fonte: Miñana Beltrán Tax & Legal

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2023: un anno record per il settore turistico in Spagna

2023: un anno record per il settore turistico in Spagna

Il numero di turisti internazionali che hanno visitato la Spagna nel 2023 ha superato gli 85 milioni per la prima volta da quando esistono i registri statistici. Una cifra – 85.056.528 di turisti – che supera del 18,7% quella del 2022 e dell’1,9% quella del 2019, finora l’anno di riferimento pre-pandemia. Inoltre, la Spagna ha battuto i record di spesa turistica, con 108.662 milioni di euro, il 24,7% in più rispetto al 2022 e il 18,2% in più rispetto al 2019, secondo i dati pubblicati il 2 febbraio dall’Istituto Nazionale di Statistica (INE).

Ogni turista ha speso in media 1.278 euro, il 5,1% in più rispetto all’anno precedente e il 16,1% in più rispetto al 2019. Anche la spesa giornaliera riflette questa crescita, raggiungendo i 175 euro, ovvero l’8% in più rispetto al 2022 e il 13,1% in più rispetto al 2019. Allo stesso modo, anche la permanenza media aumenta a 7,3 giorni (nel 2019 la media era di 7,1 giorni). 

 

 

I principali paesi di provenienza dei turisti in Spagna

Nel 2023, i principali mercati di emissione di turisti hanno registrato una notevole crescita rispetto agli anni precedenti. Il Regno Unito continua a essere in cima alla lista dei paesi di emissione, con 17,3 milioni di turisti ed un aumento del 14,6% rispetto al 2022. In termini di spesa, i cittadini britannici hanno speso più di 19 miliardi di euro nel 2023, il 16,3% in più rispetto al 2022 e l’11,8% in più rispetto al 2019.
La Francia ha fornito 11,8 milioni di turisti alla Spagna nell’ultimo anno, con una crescita del 17% rispetto al 2022 e del 6% rispetto al 2019. Per quanto riguarda la spesa annuale dei turisti francesi, questa è stata di 9.767 milioni di euro, con un aumento del 19,7% rispetto al 2022 e del 28,6% rispetto al 2019.
Da parte sua, la Germania è cresciuta del 10,6% rispetto al 2022, raggiungendo i 10,8 milioni di turisti internazionali; turisti tedeschi hanno speso nei 12 mesi accumulati più di 12,9 miliardi di euro, il che implica un aumento del 12,6% su base annua e dell’11,1% in più rispetto al 2019.
L’Italia è al quarto posto, con oltre 4,8 milioni di turisti, il 21,2% in più rispetto al 2022. I turisti del Belpaese hanno speso più di 4,3 miliardi di euro nel 2023, il 22,3% in più rispetto all’anno precedente e il 22% in più rispetto al 2019.

In testa ai Paesi con la maggiore crescita nel 2023 ci sono gli Stati Uniti, i cui turisti che hanno visitato la Spagna sono aumentati del 38,7% rispetto al 2022 e del 16,9% rispetto al 2019. Gli Stati Uniti sono anche uno dei mercati con il più alto incremento di spesa per la destinazione nel 2023: oltre 7.800 milioni di euro, pari al 50% in più rispetto al 2022 e al 36,4% in più rispetto al 2019. Estendendo l’attenzione all’intero continente americano, l’aumento dei turisti è del 31,9% rispetto al 2022. Dopo gli Stati Uniti, la Svizzera – con un aumento significativo di oltre il 20% dei turisti – è un altro dei paesi che ha registrato la maggiore crescita nell’ultimo anno.

Le destinazioni principali 

Per quanto riguarda le comunità autonome di destinazione preferite dai turisti internazionali, la Catalogna è in testa con oltre 18 milioni di visitatori, il 21,2% in più rispetto al 2022. Dopo la Catalogna vengono le Isole Baleari – con oltre 14 milioni di turisti e una crescita del 9,1% – seguite dalle Isole Canarie (13,9 milioni e un aumento del 13,1%), Valencia (10,4 milioni, in crescita del 21,8%) e Madrid, che è la regione con la più alta crescita su base annua nel 2023, con un aumento del 29,6%, a oltre 7,5 milioni. Il resto delle regioni è cresciuto complessivamente del 23,8% rispetto all’anno precedente.
In termini di spesa, la Catalogna è anche la regione con la spesa più alta nella destinazione nel 2023, 20.877 milioni di euro e un aumento del 26,7% rispetto all’anno precedente. Le Isole Canarie, seconde, sono praticamente allo stesso livello, con 20.333 milioni (e una crescita del 16,5% su base annua). Dietro di loro, e già sotto i 20 miliardi, ci sono le Isole Baleari, con 17,722 miliardi e un aumento del 16,4%, e l’Andalusia, con 15,361 miliardi, il 28,1% in più rispetto al 2022.

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La ristorazione in Spagna cresce nel 2023

La ristorazione in Spagna cresce nel 2023

Il 2023 è stato il migliore degli ultimi anni per il settore del foodservice in Spagna, soprattutto per gli esercizi di ristorazione, che attualmente rappresentano circa l’83% della spesa totale per il foodservice. Nonostante il 2023 abbia ancora risentito della ripresa post-covid, soprattutto nella prima prima metà dell’anno, durante il quale le restrizioni dovute alla variante Omicron erano ancora presenti, a partire dal periodo estivo il consumatore spagnolo ha iniziato a stabilizzare le sue abitudini e la frequenza di consumo nel foodservice, che si sono mantenute fino alla fine dell’anno.

È quanto emerge da un recente rapporto sul settore in Spagna, realizzato dalla società internazionale di ricerche di mercato Circana attraverso il suo Crest Panel – che raccoglie dati sul consumo di pasti, snack e bevande in Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna. In partticolare, gli spagnoli hanno realizzato quasi 7.210 milioni visite preso locali e strutture di foodservice durante tutto l’anno, per una spesa di oltre 41.650 milioni di euro. Ciò rappresenta una forte crescita rispetto al periodo precedente, rispettivamente del 3,2% e dell’11% in visite e spesa.

La ristorazione guida il settore del foodservice

Attualmente, l’83% della spesa per il foodservice avviene in un esercizio di ristorazione, sia esso organizzato o indipendente. Il restante 17% corrisponde ad altri punti vendita che, grazie a nuovi sviluppi, offerte e innovazioni, offrono alternative dirette al consumatore per quelle occasioni di consumo immediato di cibi e bevande, in particolare:

  • Gli alberghi, che attraggono fortemente le nuove occasioni di consumo, generate dal nuovo modello di lavoro/studio a distanza.
  • L’offerta di cibi caldi dei supermercati, un canale che ha già un fatturato annuo di oltre 860 milioni di euro nel settore del foodservice.

Cambiamenti importanti si stanno verificando anche all’interno dello stesso settore della ristorazione:

  • Il consolidamento del QSR Fast Food – esercizi di ristorazione veloce senza cameriere – che cresce del +13% rispetto all’anno precedente, trainato da tutte le sue varietà (hamburger, pollo, etnico, poke, insalate individuali e personalizzate, ecc.) e che ora rappresenta il 12,7% della spesa totale in Spagna.
  • I consumatori spagnoli scommettono anche sulla nuova offerta che si sta sviluppando nel canale FSR (Full Service Restaurant) attraverso nuove offerte, nuovi locali ed espansioni territoriali nel segmento Casual Dining e FSR International (italiano, messicano, hamburger, ecc.), guidati dalla tendenza dei consumatori spagnoli che sono sempre più esigenti in quanto a innovazione nel settore della ristorazione.

Abitudini di consumo e nuove tipologie di servizi

La ristorazione continua ad essere il centro nevralgico e il punto preferito degli spagnoli, che destinano il 68% della loro spesa ai consumi all’interno degli stabilimenti, una percentuale ben al di sopra della media dei vicini europei.

Le raccomandazioni provenienti dall’ambiente di fiducia dei consumatori continuano a essere il principale driver per un consumatore su tre nella scelta di un ristorante o bar. Tuttavia altri concetti entrano nell’elenco dei fattori determinanti della scelta, come la qualità del trattamento da parte del personale del locale, fondamentale per il 15% dei consumatori spagnoli, la scontistica sui prezzi, le recensioni pubblicate nella rete, i consigli degli influencer, ecc.

Sempre secondo i dati pùbblicati dalla ricerca il 32% della spesa complessiva degli spagnoli in foodservice  è destinata al FoodDelivery e al Takeaway. 

In particolare, il FoodDelivery in Spagna chiude l’anno con un fatturato annuo di oltre 2.925 milioni di euro annui. Un utente su due del servizio afferma di aver mantenuto o addirittura aumentato il proprio utilizzo rispetto a un anno fa, come emerge dall’ultima inchiesta del Sentiments Survey realizzato da Circana. E non si può trascurare lo sviluppo continuo e sostenuto che sta avendo il take away in Spagna, che rappresenta già il 25% della spesa totale in Foodservice, quasi 8 punti in più rispetto a quanto rappresentava prima della pandemia.

gIn questo senso, Gli spagnoli si stanno avvicinando sempre di più al profilo del consumatore europeo. L’esplosione dei consumi da asporto si vede nelle Colazioni, dove già il 30% della spesa è destinata al take away (12 punti sopra i risultati pre-pandemia). Ma anche i pasti principali stanno registrando un aumento di questa modalità di consumo, visto che il 20% della spesa effettuata  nel Foodservice riguarda cibo che viene ritirato direttamente e consumato fuori dal locale.

È possibile accedere ad ulteriori dati riguardo il foodservice in Spagna consultando l’Anuario de la Innovación 2023 pubblicato da Food Retail & Service, attraverso il seguente link (p.124 – 131)

 

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Italia: in vigore la nuova disciplina whistleblowing

Italia: in vigore la nuova disciplina whistleblowing

Con il decreto legislativo 10 marzo 2023, n. 24 (di seguito anche “Decreto”), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale italiana del 15 marzo 2023, recante l’“Attuazione della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali”, è stata recepita nell’ordinamento italiano la cd. “disciplina whistleblowing”.

In sostanza, si tratta di una disciplina che persegue, come fine ultimo, il contrasto e la prevenzione dei fenomeni illeciti nelle organizzazioni pubbliche e private, incentivando l’emersione di condotte pregiudizievoli in danno dell’ente di appartenenza e, di riflesso, per l’interesse pubblico collettivo, garantendo un elevato livello di protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto nazionale o dell’Unione – di cui il segnalante sia venuto a conoscenza nell’ambito del suo contesto lavorativo – creando canali di comunicazione sicuri, sia all’interno di un’organizzazione, sia all’esterno. Infatti, il Decreto prevede espressamente che, nella predisposizione di un canale di segnalazione, dovranno essere garantite la tutela della riservatezza dei segnalanti, nonché la non punibilità degli stessi, così come la protezione dei dati personali.

Il Decreto abroga e modifica la disciplina nazionale previgente (art. 6, co. 2-bis del decreto legislativo 231/2001 “Decreto 231”), racchiudendo in un unico testo normativo il regime di protezione dei soggetti che segnalano condotte illecite poste in essere in violazione non solo di disposizioni europee, ma anche nazionali, purché basate su fondati motivi e lesive dell’interesse pubblico o dell’integrità dell’ente, al fine di garantire il recepimento della direttiva senza arretrare nelle tutele già riconosciute nel nostro ordinamento.

In concreto, potranno essere segnalati: (i) comportamenti, atti od omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato e che consistono in illeciti amministrativi, contabili, civili o penali; (ii) condotte illecite rilevanti ai sensi del Decreto 231, o violazioni dei modelli di organizzazione e gestione ivi previsti; (iii) illeciti che rientrano nell’ambito di applicazione degli atti dell’Unione europea o nazionali relativi a determinati settori; (iv) atti od omissioni che ledono gli interessi finanziari dell’Unione; atti od omissioni riguardanti il mercato interno; e (v) atti o comportamenti che vanificano l’oggetto o la finalità delle disposizioni di cui agli atti dell’Unione.

Il Decreto si applica sia ai soggetti del settore pubblico che del settore privato. Con particolare riferimento a quest’ultimo settore, la normativa estende le protezioni ai segnalanti appartenenti a enti che hanno impiegato, nell’ultimo anno, la media di almeno cinquanta lavoratori subordinati o, anche sotto tale limite, agli enti che si occupano dei cd. settori sensibili (servizi, prodotti e mercati finanziari e prevenzione del riciclaggio o del finanziamento del terrorismo, sicurezza dei trasporti e tutela dell’ambiente) e a quelli che adottano modelli di organizzazione e gestione ai sensi del Decreto 231.

Quanto invece all’ambito di applicazione temporale, il Decreto è entrato in vigore il 30 marzo 2023 e le disposizioni ivi previste sono efficaci dal 15 luglio 2023. Nonostante ciò, si noti che per i soggetti del settore privato che hanno impiegato, nell’ultimo anno, una media di lavoratori subordinati, con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato, fino a duecentoquarantanove, l’obbligo di istituire un canale interno di segnalazione è entrato definitivamente in vigore solo dallo scorso 17 dicembre 2023.

Da ultimo, di rilievo sono le sanzioni che l’ANAC, in caso di inadempimento, potrà applicare alle società: (i) da 10.000 a 50.000 euro quando si accerti che sono state commesse ritorsioni o che la segnalazione è stata ostacolata o che si è tentato di ostacolarla o che è stato violato l’obbligo di riservatezza; (ii) da 10.000 a 50.000 euro quando si accerti che non sono stati istituiti canali di segnalazione, che non sono state adottate procedure per l’effettuazione e la gestione delle segnalazioni ovvero che l’adozione di tali procedure non è conforme a quella richiesta dalla legge, nonché quando si accerti che non è stata svolta l’attività di verifica e analisi delle segnalazioni ricevute; (iii) da 500 a 2.500 euro, nel caso di perdita delle tutele, salvo che la persona segnalante sia stata condannata, anche in primo grado, per i reati di diffamazione o di calunnia o comunque per i medesimi reati commessi con la denuncia all’autorità giudiziaria o contabile.

Fonte: Pavia e Ansaldo Studio Legale (https://www.pavia-ansaldo.it/es/)

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Nuovo record di turisti internazionali in Spagna previsto per il 2023

Nuovo record di turisti internazionali in Spagna previsto per il 2023

A pochi giorni dalla 44ª edizione della Fiera Internazionale del Turismo, FITUR, che si terrà a Madrid dal 24 al 28 gennaio, il Ministero dell’Industria e del Turismo ha pubblicato alcuni dati riguardanti la crescita registrata negli ultimi mesi dall’industria turistica nazionale e internazionale, ponendo le basi per il consolidamento del settore nel 2024.

Il ministro dell’Industria e del Turismo, Jordi Hereu, in una conferenza stampa tenutasi questo venerdì a Madrid, in cui ha fatto il punto sull’andamento dell’industria turistica spagnola in un 2023 “da record”: le prospettive, almeno per l’inizio del 2024, suggeriscono che il turismo in Spagna continuerà la tendenza al rialzo dell’ultimo anno.

Ha precisato che gli arrivi turistici sarebbero riusciti a superare dell’1% la cifra record del 2019, un anno prima della pandemia, oltre ad essere superiori del 19% rispetto al 2022, cifre che saranno confermate e ampliate la prossima settimana con i dati dell’Istituto nazionale di statistica (INE).

Nel 2023, infatti, il numero di turisti che la Spagna ha ricevuto nel 2023 supera gli 84 milioni, oltre le cifre record del 2019, con una spesa di oltre 108.000 milioni di euro.

Per quanto riguarda la spesa, Hereu ha sottolineato che questa è cresciuta a un ritmo più veloce rispetto agli arrivi turistici. Pertanto, questi 108.000 milioni di euro previsti rappresentano un aumento del 17,4% rispetto ai dati del 2019 e del 23,8% rispetto all’anno precedente.

Con questi dati, Hereu ha rimarcato che il governo non prenderà più come riferimento il record del 2019 poichè la conseguente pandemia rimane “un ciclo già superato”.

Il Ministero ha inoltre evidenziato i buoni dati con cui l’occupazione turistica ha chiuso l’anno, che si è concluso con il maggior numero di affiliati della serie storica, secondo i dati di Turespaña, e ha rappresentato il 12,5% del numero totale di affiliati nell’economia del Paese a fine dicembre.

Per quanto riguarda i primi quattro mesi dell’anno, il ministro prevede che il trend di crescita continuerà nel 2024, con 23,2 milioni di turisti internazionali, quasi il doppio rispetto ai 13,7 milioni dell’anno precedente. La spesa nella destinazione, infine, da gennaio ad aprile dovrebbe aumentare del 18,5%, fino a 30.432 milioni di euro.

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Gli investimenti esteri in Spagna hanno superato i 21 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023

Gli investimenti esteri in Spagna hanno raggiunto 21,232 miliardi di euro nei primi tre trimestri del 2023, secondo i dati pubblicati dal Registro degli Investimenti Esteri della Segreteria di Stato per il Commercio disponibili su DataInvex.

Nel terzo trimestre del 2023, gli investimenti sono aumentati del 54%, mentre nel caso degli investimenti produttivi sono aumentati del 167% (da 2.267 a 6.070 milioni di euro). Questi risultati del terzo trimestre sono dovuti alla fiducia degli investitori nell’economia spagnola e all’attrattiva della Spagna, con interessanti opportunità di business in settori strategici ad alto valore aggiunto.

Investimenti esteri
Gli investimenti esteri totali, da gennaio a settembre 2023, sono cresciuti di oltre il 6,9% e del 21,3% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (dal 2019 al 2023). Per settore, il 51% degli investimenti esteri totali in Spagna è stato destinato al settore dei servizi, il 45,5% al settore industriale e il 3% alle costruzioni.

Il settore dei servizi ha continuato a essere il principale settore beneficiario: tra i sottosettori beneficiari spiccano le attività sanitarie e le telecomunicazioni, per un importo rispettivamente di 1.814 e 1.762 milioni di euro.

Origine degli investimenti
Per Paese, gli Stati Uniti sono stati la principale fonte di flussi di investimento verso la Spagna. Insieme a Germania e Francia, questi tre Paesi hanno emesso il 56,8% degli investimenti nel periodo. Da parte sua, l’investimento lordo spagnolo all’estero ha raggiunto i 13.939 milioni di euro. Il 27,7% in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

Spagna in testa ai nuovi progetti
Secondo FDI Markets, la banca dati sui progetti greenfield del Financial Times Group, nel 2022 la Spagna ha ricevuto 860 progetti greenfield da capitali stranieri, diventando così il sesto Paese al mondo a ricevere il maggior numero di progetti greenfield a livello globale, dopo Stati Uniti, Regno Unito, India, Emirati Arabi Uniti e Germania, e davanti a grandi potenze come Cina, Francia, Giappone, Canada e Italia.

Questa tendenza si sta consolidando nel 2023 poiché, secondo gli ultimi dati disponibili da gennaio a ottobre, la Spagna è il quinto Paese al mondo che ha ricevuto il maggior numero di progetti greenfield di Investimenti Diretti Esteri.

Inoltre, la Spagna sta registrando risultati molto promettenti nelle modalità di investimento estero più avanzate e produttive. Secondo la stessa fonte FDI Markets, nel 2022 la Spagna è stata il terzo maggior destinatario globale di progetti greenfield nel settore delle energie rinnovabili. È stata anche la terza maggiore destinataria di progetti nel settore aerospaziale e la quarta maggiore destinataria nel settore delle TIC e delle infrastrutture internet.

È stato anche il quarto Paese a ricevere il maggior numero di progetti che riguardano attività di R&S, posizionandosi al quarto posto nell’elenco dei Paesi che hanno ricevuto progetti nel settore automobilistico. È stato anche il quarto maggior destinatario di progetti greenfield legati all’idrogeno pulito, il quinto maggior destinatario di progetti legati all’intelligenza artificiale e il sesto maggior destinatario di progetti di start-up straniere.

Fonte: Moneda Única

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